sabato 2 maggio 2009

Ciao, René

Sono stato a Palazzo Ducale a visitare la mostra sulle vittime degli anni di piombo (è aperta fino al 10 maggio). Ho ritrovato volti amici: il magistrato Coco e il commissario Esposito, uccisi, il p.m. Sossi, rapito, il giornalista Vittorio Bruno, gambizzato. Mi sono profondamente emozionato di fronte a una foto di Renato Briano, mio compagno al liceo Colombo, mio collega nell'associazione arbitri di calcio, mio instancabile partner negli allenamenti di atletica in corso Monte Grappa. Dopo il liceo facemmo insieme anche una grande mostra di trenini elettrici, proprio al Ducale: io alla cassa, lui alle manovre su un immenso plastico. René (lo chiamavamo così) era un ragazzo serissimo, metodico, nello studio e nella vita. Si laureò in legge, a Balbi. Lo incontrai l'ultima volta in Galleria Mazzini, mi disse "Vengo da un impiego in Sicilia, ora vado a Milano, sarò capo del personale in una grande azienda. E' l'occasione della vita, non la sbaglierò". I brigatisti lo uccisero il 12 novembre 1980, mentre leggeva il giornale sul metrò milanese, andando al lavoro. Non vide neppure i sicari. Stamani la mostra del Ducale sugli anni di piombo era deserta, anche se a ingresso libero. Nella porta accanto la gente faceva a gomitate per entrare al "memorial" di De André, dopo aver sopportato un'altra lunghissima coda alla biglietteria. Ognuno ha diritto di scegliersi i propri eroi e i propri simboli. Ciao, René.

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