lunedì 4 maggio 2009

Tappi granata

Il 4 maggio di sessant'anni fa, alle 17,03, cadde a Superga l'aereo del grande Torino. Era la "mia" squadra, l'unica per la quale abbia tifato in vita mia. Avevo quasi sedici anni, mi ritrovai immerso nello stesso dolore che avevo provato al tempo dei lutti per la guerra. E tra quei lutti c'era la morte di mio padre. Cercai di condividere con altri tifosi granata il senso di vuoto che mi sconvolgeva, andai in pellegrinaggio sul luogo della sciagura e sottoscrissi mille lire per la ricostruzione della squadra, anche se intuivo che il nuovo Toro mi sarebbe stato estraneo. Non mi sentii di portare il distintivo del "Torino simbolo" che la società mi aveva inviato in ringraziamento: per me era veramente tutto finito. Ancor oggi ripenso spesso a quella tragedia e mi torna subito in mente, nitidissimo, un particolare, minimo ma solamente mio. Con i miei amici partecipavo a un campionato di calcio da tavolo, usando tappi da birra riempiti di stucco e decorati con cerchietti di cartone che portavano i colori delle maglie, i numeri e i nomi dei giocatori (era un po' l'antenato del Subbuteo). Io giocavo, naturalmente, con la squadra del Torino. La mattina dopo il disastro aprii la scatola di latta, da sigarette, dove conservavo i miei tappi e staccai a una a una le "maglie" dei calciatori morti. Quello fu il mio funerale del grande Torino, con le lacrime di un sedicenne.

1 commento:

isabella ha detto...

Aggiungo una poesia di Giuseppe Accossato. Chi volesse leggerla in dialetto originale la trova qui
http://www.premioguidocornaglia.com/Scarica/Poesie%202006.pdf

S U P E R G A '49

T'immagini un ragazzino di tredici ami
innamorato di una squadra eccezionale e
di un campo a portata di mano, il Filadelfia;
bambino, una sera di maggio, sotto un cielo nero
ed il Po in piena, vicino ai Murazzi:
una notizia di morte, di bocca in bocca
"Il Toro è precipitato ora a Superga!".
Ambulanze vigili del fuoco a correre
disperati, e non trovarne vivo neppure uno.. .
Il compito in classe il giorno del funerale,
un nodo di pianto che stringe forte la gola
mentre sui camion Fiat sfilano Loro
per l'ultima volta in formazione:
Bacigalupo Ballarin Maroso
Grezar Rigamonti Castigliano
Ossola Loik Gabetto Mazzola Menti
Quel ragazzino d'un tempo, ora anziano,
guarda intorno un po' imbarazzato stupito
la città di Bacigalupo, il mare,
lontano dalla Basilica di Superga
troppo alta per un volo senza speranze.. .

Genova, 30.11.2006