domenica 24 maggio 2009

Il malloppo

La storia dei due neozelandesi fuggiti con dieci milioni di dollari versati per sbaglio sul loro conto corrente ha avuto una risonanza mondiale. Commentandola, una giornalista del "Corriere" ha fatto la sua bella figura perché ha rivelato di aver ricevuto un "regalo" analogo dalla sua banca e di aver subito segnalato l'errore. Io farò invece una figuraccia perché ammetto d'aver tifato per un mio compagno di lavoro che, invece, i soldi proprio non li restituì. Accadde in era pre-computer, quando i movimenti si registravano su schede cartacee. L'onesto (almeno fino ad allora) lavoratore, che guadagnava trecentomila lire al mese, si trovò sul risicato conto bancario un versamento di quattordici milioni. Li ritirò immediatamente, ma non fuggì come i neozelandesi, si mise semplicemente in attesa: "Quando me li chiederanno - ragionava - pretenderò una percentuale per il disturbo ricevuto". Accadde invece l'incredibile: nessuno reclamò il malloppo. O meglio, chi aveva perduto i soldi strillò, eccome; la banca, però, non riuscì a scoprire dove fosse finita la somma. E questo - si suppose - perché l'indagine era stata fatta solamente sui conti che avevano una giacenza superiore all'entità del denaro scomparso, saltando la scheda del mio amico che in quel momento era quasi in rosso. Come finì? La ricchissima banca risarcì il danno e il mio amico estinse il mutuo.

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